PROGETTO

NOVEMBRE, UN MESE DI LETTURE E DI RIFLESSIONI: #IOLEGGOPERCHÉ, LIBRIAMOCI, PREMIO GIULITTO.

30 Novembre 2023

Per tradizione, ormai, il mese di novembre, quello che porta le giornate più corte e i primi freddi autunnali, è il tempo che apre le porte alle letture, grazie ad iniziative nazionali e locali. E così è stato anche quest’anno: abbiamo cominciato con #ioleggoperché, la campagna per la promozione della lettura che ha portato tanti bei libri nelle nostre biblioteche scolastiche, abbiamo proseguito poi con le attività di lettura ad alta voce di Libriamoci, e concluso con la proclamazione del romanzo vincitore della XXI edizione del Premio nazionale di letteratura per l’infanzia “Giacomo Giulitto”.

Ma in mezzo c’è stato un tragico fuoriprogramma. Ed è da qui che vorremmo aprire il nostro resoconto su queste attività.

In questi giorni funestati da notizie orribili su giovani e meno giovani che tolgono la vita alle donne che dicono di amare, si è riproposta all’attenzione di tutti la necessità di introdurre l’educazione sentimentale a scuola. Qualcuno sta già preparando pacchetti di ore, ingaggiando psicologi ed educatori; alcuni si chiedono se sia giusto affidare anche questo compito alla scuola, mentre altri - gli insegnanti - abbozzano un amaro sorriso perché sanno bene che educare ai sentimenti e alle emozioni è quello che fanno ogni giorno (insieme all’educazione civica!) quando entrano in classe e per prima cosa cercano il contatto empatico con i propri alunni, e sono pronti a cambiare programmi se gli umori della classe lo richiedono.

All’indomani del femminicidio di Giulia Cecchettin i docenti della scuola secondaria di I grado non se la sono sentita di entrare in classe come se fosse un giorno come un altro; ma ciò che è accaduto ha proporzioni così enormi che richiedono un surplus di sensibilità e delicatezza. Dove, quindi, trovare le parole per parlare con i nostri alunni, quelle parole che illuminano e interrogano, che ci fanno immedesimare e sommuovere l’animo, se non nei libri, in un romanzo, in un racconto, in una fiaba, in un antico mito, persino nei testi delle canzoni?

E così, armati di libri, siamo entrati in classe e per prima cosa abbiamo letto, sicuri che i nostri alunni, parola dopo parola, pagina dopo pagina, avrebbero capito…il resoconto di quella settimana culminata con la manifestazione del 25 novembre contro la violenza sulle donne è stato già fatto nella news precedente, ma per chi, come noi, crede nel valore imprescindibile della lettura (e della letteratura) questo riferimento è necessario per ribadire un concetto fondamentale della nostra professione di docenti: l’educazione sentimentale può cominciare aprendo un libro (lo ha ricordato in maniera forte in questi giorni il prof. Galimberti) e lì i nostri ragazzi possono imparare, attraverso l’immaginazione e la sospensione dell’incredulità, cosa sono l’amore e l’odio, la prepotenza e l’altruismo, il coraggio e l’egoismo, la paura e la tenacia, la sconfitta e la vittoria, l’accoglienza e il rifiuto, il bene e il male.

Abbiamo pianificato le attività di lettura per Libriamoci 2023 proprio con questa fiducia nella parola scritta, e nella consapevolezza che la pratica della lettura ad alta voce amplifica questo potere “magico” della letteratura di farci entrare in un altrove che però ci insegna la vita.  

Lo abbiamo fatto proponendo ai nostri ragazzi più grandi il potente racconto di Gary Paulsen, “John della Notte”: la vicenda del gigante dalla pelle di ebano che riesce a spezzare le catene della propria schiavitù, ma poi torna indietro per insegnare a leggere e scrivere agli altri schiavi, non è forse l’incarnazione perfetta del coraggio e dell’altruismo? Valori e sentimenti che non avrebbero ragion d’essere se non ci fosse di contro il sadismo e la mancanza di empatia dei suoi padroni.

E Cosimo, il Barone rampante uscito dalla penna di Calvino non incarna lo spirito di ribellione e libertà, che però non diventano mai egoismo e chiusura? Come si vede bene proprio nell’incontro del giovane con Gian de’ Brughi, il brigante che proprio attraverso la lettura comprende la pochezza della vita che ha condotto fino ad allora a tal punto da rischiare tutto pur di sapere come va a finire il romanzo che sta leggendo. E proprio il ribelle Cosimo con uno straordinario atto di empatia e compassione leggerà dall’albero quelle pagine finali al brigante che così morirà quasi felice per aver scoperto che un’altra vita è possibile.

E Matilda, la bimba prodigio inventata da Roald Dahl non rappresenta forse il valore imprescindibile dell’ironia? Una bambina che legge Dickens prima di cominciare a frequentare la scuola e a cui suo padre vorrebbe strappare quei libri di mano per accomodarla davanti alla tv!

E Bastian, il ragazzino triste della Storia infinita, che dentro un libro trova prima un riparo dai bulli che lo perseguitano e poi la forza per superare la sofferenza per la perdita della mamma, non ci guida verso la necessità di vivere i dolori fino in fondo per crescere, di sapere che esistono il bene e il male e che si può scegliere da quale parte stare?

Ma quest’anno abbiamo voluto fare ancora di più: ogni insegnante della scuola secondaria di I grado è stato invitato a proporre ai propri alunni delle letture significative, non solo e non necessariamente legate alle proprie discipline. E così per una settimana la nostra scuola è diventata un vero e proprio “circolo di lettura”: una docente di tecnologia è entrata in classe accompagnata dai libri della Rowling (Harry Potter e la pietra filosofale e Le fiabe di Beda il bardo); alcuni docenti di matematica hanno raccontato con le pagine dei libri di Luca Novelli personaggi come Pitagora e Galileo, altri hanno proposto un romanzo matematico-filosofico come L’uomo che sapeva contare; i docenti di inglese hanno portato in classe la simpatica disobbedienza di Tom Sawyer, la mostruosità di Frankenstein, i fantasmi di Dickens e Wilde…    

E il mese di letture si è concluso come meglio non si poteva, con la giuria dei giovani “critici in erba” del premio Giulitto che, in perfetta coerenza con queste riflessioni che abbiamo condotto insieme a loro per tutto il mese, hanno decretato come vincitore del premio il romanzo di Gabriele Clima Fiori di Kabul, una storia che parla dei soprusi, della violenza, della cieca ignoranza che colpiscono le donne afgane, ma anche della loro straordinaria grazia e forza, come dimostra la protagonista di questa storia, la giovanissima Maryam che, invece di soccombere e odiare, capisce che «il bene senza il male non può esistere. E l’uno e l’altro possono avere le sembianze di chiunque, di un uomo, di una donna, di un marito, di un papà. Credo che sia proprio questa la cosa più difficile, credere in entrambi, nel bene e nel male, e saperli riconoscere qualunque siano le sembianze con cui ti appaiono davanti» (G. Clima, Fiori di Kabul, p. 126).

Novembre è finito, ma la nostra voglia di imparare le emozioni attraverso i libri continua…

     

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