PROGETTO

Educazione all'affettività "La stanchezza felice"

14 Marzo 2024

Le notizie di cronaca che anche i bambini e le bambine assorbono quotidianamente, i gravi episodi di violenza che hanno coinvolto la famiglia di Giulia Cecchettin, hanno fatto emergere, ancora una volta, le difficoltà delle nostre giovani generazioni ad instaurare da adulti delle relazioni sane, la loro incapacità ad accettare anche le esperienze negative e le emozioni ad esse sottese. Da ciò è sorta un’ampia riflessione attorno al ruolo della scuola e al modo migliore per far comprende quanto impegno e quanta passione occorrano per  entrare in una relazione positiva, empatica e collaborativa prima verso se stessi e poi verso gli altri.

L’abbiamo chiamata “LA STANCHEZZA FELICE”, quella sensazione di benessere e di appagamento che ci completa come persone, ci dà valore e ci risarcisce della fatica intrapresa. Può sembrare un ossimoro, ma rende molto bene il concetto che dietro ogni gioia, dietro ogni felicità, c’è sempre un percorso faticoso ed impegnativo da attraversare. Piuttosto che parlare di emozioni, abbiamo voluto affrontare l’educazione all’affettività, sperimentandola personalmente, per lavorare nel gruppo, concentrandosi sulle qualità di ogni membro ed evidenziandone i successi grandi e piccoli. Così, in questi giorni, nelle classi quarte della scuola primaria, ci siamo lasciati ispirare dalla lettera di Einstein a suo figlio Hans: “Il modo migliore per imparare in fretta è fare cose che ti divertono così tanto che non ti accorgi più neanche del tempo che passa. Io a volte sono così preso dal mio lavoro che mi dimentico persino di pranzare…”

La scelta del percorso è stata semplice: la nostra scuola è storicamente impegnata nella promozione alla lettura, sia grazie alla presenza di una ricca Biblioteca, sia con le numerose attività che ruotano attorno ad essa, per questo l’oggetto scelto per affrontare il nostro percorso sulle emozioni è stato il libro, ma questa volta non come fruitori di storie, bensì come scrittori. Il libro, nel suo insieme di pagine che lo compongono, è diventato metafora di un agire comune dove ogni pagina, pur rispettando l’unicità e l’originalità di ognuno, si è configurata come espressione personale necessaria ed indispensabile per un prodotto comune. Durante il percorso tutto ha preso forma giornalmente, con il contributo indispensabile di tutti, per dar vita ad una piccola Biblioteca di classe in cui gli alunni sono stati scrittori, illustratori ed editori. Eravamo stanchi, ma la stanchezza è stata la testimone più sincera che noi in quei giorni abbiamo vissuto esperienze di crescita personale e collettiva. Non sorprende che le ricerche sull’apprendimento abbiano dimostrato la correttezza dell’intuizione di Einstein e cioè che la passione, l’immersione totale in un’attività e qualche risata condivisa, aiutino a imparare meglio e più in fretta di evidenziatori e flashcard per memorizzare le informazioni.

E’ questo che, secondo noi, deve offrire la scuola: fare esperienza di sé e dell’altro in una continua reciprocità di ascolto.

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