PROGETTO

25 NOVEMBRE 2023, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

25 Novembre 2023

È in una piovosa mattina autunnale che i ragazzi e le ragazze delle classi terze dell’IC Rita Levi-Montalcini hanno omaggiato la giovanissima Giulia Cecchettin, uccisa solo pochi giorni prima di una ricorrenza che ci appare oggi più che mai assillante ma necessaria.

Emozionati, silenziosi, partecipi hanno prima recitato i versi della poesia “This woman”, opera di un gruppo di donne sopravvissute ad abusi avvenuti in ambito domestico; successivamente hanno letto i nomi di alcune delle tante donne uccise in quest’ultimo anno, raccontando, in poche righe, la storia dell’assurda, immotivata e ingiusta violenza da esse subita: da Giulia Donato a Floriana Floris, da Annalisa D’Auria, a Giulia Cecchettin.

Al termine è stato rivolto un corale “Ciao Giulia!” seguito da un eloquente frastuono, i ragazzi e le ragazze hanno mimato una incessante marcia battendo i piedi sul pavimento dell’auditorium della scuola, perché arrivasse forte il rumore del loro dissenso nei confronti di ogni forma di violenza verso le donne.

Il 2023, nel periodo 1 gennaio-19 novembre, conta già 106 vittime di omicidi, di cui 87 avvenuti in ambito familiare e affettivo. Tante parole sono state già dette e scritte dall’anno in cui questa Giornata è stata istituita (1999) dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, eppure nulla sembra cambiare, continuiamo ad essere testimoni di numeri opprimenti, insopportabili.

Quella del 25 novembre è una data scelta per ricordare il giorno in cui persero la vita le sorelle Mirabal, soprannominate “mariposas” (farfalle), attiviste dominicane uccise da una cultura machista che non ammetteva spazi pubblici e politici per le donne. Il colore rosso, indossato anche oggi dagli alunni e dalle alunne coinvolte nell’iniziativa, nasce invece dall’opera di un’artista messicana, Elina Chauvet, che nel 2009 posizionò 33 paia di scarpe rosse in una piazza di Ciudad Juárez, città nota per l’altissimo numero di femminicidi.

Il percorso che ha portato al nostro 25 novembre è stato ricco di immagini e storie, dalle quali sono nate ulteriori riflessioni: “Chiamarlo amore non si può”, una raccolta di racconti che è un invito a meditare sulle relazioni affettive sbagliate e sulle possibili, drammatiche, conseguenze; la fiaba “Barbablù”, proposta nelle classi prime e seconde, associata a una ulteriore versione contemporanea della stessa fiaba, per lavorare insieme sugli stereotipi di genere; e ancora canzoni, i cui testi hanno portato i nostri alunni e le nostre alunne a riflettere.

Ho 12 anni e molto probabilmente non ho la minima idea di che cosa sia l’amore ma so che nel concetto di amore non rientrano la violenza fisica, la molestia fisica o verbale. L’amore è rispetto, affetto e libertà.”, è uno dei tanti pensieri scritti in queste giornate di preparazione al 25 novembre.

Il proposito è quello di non fermarsi qui, di fare tesoro delle parole pronunciate ieri del padre di Giulia: “Vanno bene il silenzio, il rumore, ma quelli poi finiranno, quindi io voglio che tutti i giorni ognuno di noi guardi nella propria vita cosa fare per migliorarla, non nei propri confronti ma nei confronti della persona amata, delle persone vicine, degli amici e soprattutto delle donne. Questo mi sento di dire dal cuore, io mi muoverò perché qualcosa positivo nasca. Giulia non me la ridà nessuno, ma dalla morte di Giulia voglio far nascere tante belle iniziative".

 

 

 

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